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Perché, si chiederà il lettore, un dizionario? Perché, in un tempo in cui le definizioni sono accessibili in modo immediato e sempre più digitale, dare alle stampe (cartacee, poi) un Dizionario del processo amministrativo? Quale può essere l'utilità di un prodotto come questo nell'epoca della cultura liquida, nell'epoca di una cultura - anche giuridica - che si concentra in via pressoché esclusiva sul qui ed ora, piuttosto che sul sistema nel suo complesso? Perché, insomma, dedicare il nostro tempo ad una raccolta di lemmi di diritto processuale? La risposta a tutte queste domande è complessa, ma allo stesso tempo elementare nella sua disarmante spontaneità: perché siamo amministrativisti, e perché siamo orgogliosi di coltivare questo segmento del diritto pubblico. Perché crediamo, noi curatori e tutti gli autori, che l'insegnamento dei nostri maestri del Novecento risieda anzitutto nella ricerca del sistema, e che senza di esso le costruzioni contingenti della giurisprudenza non siano che giganti dai piedi di argilla. Perché siamo convinti che una visione parziale e legata alla contingenza del nostro diritto (e a maggior ragione del nostro processo) possa essere foriera di danni gravissimi. Perché siamo convinti che la scienza del diritto pubblico (e del diritto amministrativo in particolare) debba prendere le mosse dalla vita del nostro processo, dal quotidiano intersecarsi delle esperienze di ciascuno con il sistema del diritto. Un processo, il nostro, vivo più che mai e che più di molti altri ha tratto dall'esperienza quotidiana linfa per una sistematizzazione progressiva. Perché tutti noi siamo (anche) avvocati e tutti noi viviamo il processo non solo sulla carta delle biblioteche, ma nell'arena delle aule di giustizia, convinti del fatto che lo studio del processo non possa prescindere dal confronto con la realtà. Forse perché pochissimi di noi hanno più di quaranta anni, ma siamo ancora convinti che un diritto liquido non sia la soluzione, e che solo un diritto radicato su principi solidi e valori riconosciuti possa costituire davvero una garanzia per la comunità cui apparteniamo. Siamo, tutti noi che abbiamo ideato e contribuito a questo volume, fiduciosi che il processo amministrativo, dodici anni dopo la codificazione, abbia ancora molto da dire e da dare al più ampio mondo dei rapporti tra Amministrazione (con la A maiuscola, come l'avrebbe scritto Otto Mayer) e cittadino. Insomma, per rispondere in breve, questo libro nasce dal nostro orgoglio di contribuire ogni giorno con il nostro lavoro ad una comunità che alimenta la fucina della sistematizzazione progressiva del diritto. Nasce, in una parola, dall'orgoglio di essere, tutti, (più o meno) giovani amministrativisti.